
Uguccione Ranieri di Sorbello nella sua Perugia della Bell’Epoca, pubblicata nel 1970 dalla Volumnia Editrice, riprende a scrivere la storia della città da dove l’aveva lasciata il Bonazzi. In questa sua meritoria e pregevole impresa, tra le molteplici fonti di cui si serve, fa buon uso anche di quelle giornalistiche, fornendoci un quadro interessante delle testate perugine che divulgarono l’informazione durante la seconda metà del 1800. Nel tentativo di ricostruire la serie dei quotidiani e dei periodici dell’epoca, l’opera citata costituisce un doveroso riferimento.
Sui motivi per cui il 1860 segna l’inizio di una vera esplosione giornalistica non c’è bisogno di tanti commenti. Durante il governo pontificio era impensabile una fioritura della libera stampa perché la censura vigilava con particolare attenzione un settore che, oltre ad essere il più controllato, si trascinava dietro una bella dose di disprezzo da parte delle Autorità del tempo. Quando i soldati di Fanti aprirono le segrete della Rocca Paolina ne uscirono tre giornalisti: Lorenzo Leonij, Giuseppe Cocchi e Alessandro Natali, tutti di Todi, che avevano avuto la cattiva idea di pubblicare un foglio clandestino (solo tre numeri), Il mio Paese, in cui il Vescovo tuderte venne chiamato “Papetto di Provincia” “per avere egli ex cattedra dato dell’empio a chiunque leggesse giornali, fossero pure i pochi e selezionatissimi ammessi nello Stato Pontificio”.
La Gazzetta di Perugia, il quotidiano che usciva a mezzogiorno, fu il primo giornale a vedere la luce il 16 settembre 1860, a sole 36 ore dalla resa di Schmidt. Essa ripeteva una testata del 1814 che rimase in vita 15 mesi per trasformarsi, durante la Restaurazione, ne L’Osservatore del Trasimeno che per quarant’anni osannò lo splendore dello Stato Pontificio.
In quel periodo i giornali di provincia non riportavano la cronaca locale, ma avvenimenti lontani presi in prestito da testate nazionali e rielaborati alla meglio. Il giornale perugino non si sottrasse a questa regola, anche se dette ben presto segni di inversione di tendenza, e i lettori strabiliarono quando apparve il primo fatto di cronaca avvenuto addirittura il giorno avanti.
Ben presto la Gazzetta di Perugia si diffuse a tal punto da scavalcare La Gazzetta Universale di Foligno, il settimanale più letto dell’Umbria già durante il dominio papale. Era un grande successo e bisognava mettere in risalto l’importante evento del “sorpasso”. Si provvide aggiungendo il sottotitolo “Gazzetta Ufficiale per le province umbre” (19 novembre 1860) a testimonianza del suo carattere interprovinciale e non più solo perugino. Il 1° gennaio 1861 divenne Gazzetta dell’Umbria e tale rimase fino al 1° aprile 1870, quando Il Corriere dell’Umbria ne prese il posto.
“Il Corriere” all’inizio ebbe una vicenda tormentata. Esso derivava dalla trasformazione de Il Risorgimento Italiano, un trisettimanale sorto nel luglio 1864, di tendenze liberali moderate che dopo 39 numeri, nel mese di ottobre, divenne Il Corriere dell’Umbria con periodicità quotidiana, affiancando La Gazzetta già esistente. A Perugia, perciò, uscivano due giornali, cosa impensabile quattro anni prima. Ma la situazione non durò a lungo perché dopo 65 numeri “Il Corriere” si ridimensionò in settimanale fino al 1870, quando ritornò ad essere quotidiano e sostituì la Gazzetta. Sette anni dopo la storia ebbe a ripetersi ed Il Corriere dell’Umbria fu assorbito da Il Progresso, settimanale promosso al rango di quotidiano. Quest’ultimo visse fino al 3 giugno 1882, per passare il testimone a L’Unione Liberale che rimarrà sulla breccia fino al 1924.
I 65 numeri del “Corriere” sono rimasti famosi perché in essi si sostenne con decisione e reiterati interventi la campagna di prosciugamento del Trasimeno. Allora il lago abbondava di acqua e nell’inverno del 1864 ebbe la sua piena più straripante superando per diverse settimane di ottanta centimetri la strada nazionale che assicurava i collegamenti con Firenze.
Nel 1864 si rifecero vivi i cattolici con una testata mensile, L’Apologetico, che trattava prevalentemente temi di arte sacra. Sul piano politico il periodico mantenne toni cauti che si fecero più accesi contro i protestanti la cui comunità diventava numerosa e penetrante in città. Durò solo due anni e bisognerà aspettarne altri dieci (1° gennaio 1876) per leggere le colonne del nuovo organo cattolico, Il Paese, settimanale battagliero che si impose fino al 1907 e che si distinse per l’aspra polemica condotta contro il clero “modernista”. Più tardi fu affiancato dal Monitore Umbro e dal Piccolo Monitore e, agli inizi del 1900, da Vita Umbra, tutti settimanali che dimostravano la volontà dei cattolici di dire la loro nella società perugina. In alcuni periodi la polemica tra Il Paese e L’Unione Liberale raggiunse toni risentiti, come nel 1897 quando, nella città del 20 giugno, il primo sosteneva che “non si può essere cristiani se non si è temporalisti” e il secondo rispondeva con una serie di articoli a favore del divorzio.
Le altre testate che popolavano il panorama informativo perugino si dividevano le opinioni diverse da quelle cattoliche e liberali. Tra queste spiccavano: La Provincia, il giornale di Ulisse Rocchi (proprietario e direttore), di orientamento democratico-radicale che fu per anni un valido ed efficace strumento al servizio del sindaco di Perugia; Il Popolo, organo del partito repubblicano; La Democrazia che nel 1909 prese il posto de La Provincia mantenendo gli stessi orientamenti radicali e La Battaglia, il più letto ed agguerrito settimanale socialista.
La famiglia liberale, per la verità, non fu mai molto compatta e i dissapori aumentarono quando al suo interno si fece più duro lo scontro tra conservatori e progressisti. Il segno del dissidio uscì all’esterno con una nuova testata, Il Giornale dell’Umbri" che diventò il portavoce dell’ala liberale più moderata.
Quelli descritti furono gli strumenti più noti dell’informazione politica e sociale del secondo Ottocento, ma accanto ad essi una nutrita serie di altri periodici arricchirono l’editoria giornalistica. Si pubblicarono riviste specialistiche nel campo letterario e artistico, fascicoli di categoria che si occupavano di agricoltura e di diritto, fogli umoristici e satirici, senza contare le iniziative estemporanee che nascevano in periodi elettorali, o per opera di studenti e che non duravano più di una stagione. Mai Perugia aveva registrato nella sua storia una vivacità di opinioni così ricca e diversificata.
Il regime di libertà che si stava affermando offriva alle idee uno spazio e una vetrina destinata ad arricchirsi in futuro.
ELENCO DELLE TESTATE GIORNALISTICHE PERUGINE
dal 1860 ai primi anni del 1920
TESTATA - PERIODICITA’ - PERIODO - ORIENTAMENTO
Gazzetta di Perugia, quotidiano dal 16/09/1860 al 31/12/1860 - Liberale
Gazzetta dell’Umbria, quotidiano dal 01/01/1861 al marzo 1870 - Liberale
Il Corriere dell’Umbria, quotidiano ottobre - dicembre 1864 - Liberale
Il Corriere dell’Umbria, quotidiano dal 01/04/1870 ad aprile 1877 - Liberale
Il Progresso, quotidiano dal 01/06/1877 al 03/06/1882 - Liberale
L’Unione Liberale, quotidiano dal 05/06/1883 al 1925 - Liberale
La Democrazia,[1] quotidiano dal 1909 al 1914 - Radicale
La Provincia dell’Umbria, quotidiano da dicembre 1884 a giugno 1886 - Radicale
Il Giornale dell’Umbria, quotidiano dal 1905 al 1914 - Liberale
Il Risorgimento Italiano, trisettimanale dall’agosto 1864[2] al ? - Liberale
Giornale dell’Esposizione Provinciale Umbra, bisettimanale dal 1879 al ?
Il Giornale dell’Umbria, bisettimanale dal 1914 al ? - Liberale
Il Corriere dell’Umbria, settimanale dicembre 1864 – aprile 1870 - Liberale
Gazzetta Popolare,[3] settimanale dal 20/10/1860 al ?
L’Umbro, settimanale dal 28/02/1862 al ?
La Sveglia, settimanale dal settembre 1865 a giugno 1866 - Democratico
La Nuova Sveglia, settimanale dal 1867 al 1868 - Democratico
La Democrazia, settimanale dal 1873 al 1909 - Radicale
La Provincia dell’Umbria, settimanale dall’11/01/1874 al 31/12/1883 - Radicale
La Provincia dell’Umbria, settimanale da 01/07/1886 al 24/12/1908 - Radicale
Il Paese, settimanale dal gennaio 1876 al 1907 - Cattolico
Il Progresso, settimanale dal 15/06/1876 al 01/05/1877 - Liberale
L’Operaio,[4] settimanale da ottobre 1876 al 1877
L’Umbria Agricola, settimanale dal 1883 al 1939 - Econ. rurale
La Provincia della Domenica, settimanale da luglio 1885 a ottobre 1885 - Rradicale
Il Monitore Umbro,[5] settimanale dal 1886 al 1892 - Cattolico
Il Piccolo Monitore, settimanale da luglio 1887 al 1991 - Cattolico
Il Grifo, settimanale da gennaio 1891 al 1895
La Regione, settimanale dal 14/02/1897 al 1901
Il Socialista, settimanale dal 1899 al 1905 - Socialista
Alta Umbria, settimanale dal 1899 al 1905 - Socialista
La Lunga!, (in vernacolo) sttimanale dal 08/07/1900 al 1901
Il Foro Umbro, (rivista giudiziaria) settimanale 1901 – 1938
Il Popolo, settimanale dal 20/04/1901 al 1922 - Repubblicano
Il Nuovo Secolo, settimanale da dicembre 1901 al 1902
L’Umbria (giornale agricoltura), settimanale dal 1906 al 1909
La Battaglia, settimanale dal 1908 al 1921 - Socialista
Vita Umbra, settimanale dal 1908 al 1909 - Cattolico
L’Eco dell’Umbria, settimanale dal 1905 al 1906 - Indipendente
Il Vegliatore (rivista agricola), quindicinale giugno 1865 a ?
Il Vecchio Grifo, quindicinale gennaio – dicembre 1891
L’Umbria (arte e storia), quindicinale dal 15/2/1893 a ?
L’Eco dell’Appennino Umbro, quindicinale dal 1/6/1897 al 1898
L’Umbria (rivista d’Arte), quindicinale dal 1898 al 1904
Fiori Campestri, quindicinale dal 1° gennaio 1899 a ?
Minimus, quindicinale dal 2/9/1910 a ?
La Caramella (umoristico), quindicinale dal 1912 al 1914
L’Apologetico, mensile da gennaio 1864 a giugno 1866 - Cattolico
La Favilla (rivista letteraria), mensile 1869 – 1910
Giornale di Erudizione Artistica, mensile dal 1872 al 1877
I Segreti di Don Gavella, mensile dal 1904 al 1905 - Umoristico
Rivista Umbra (rassegna culturale), mensile dal 1910 al ?
Augusta Perusia, bimestrale da gennaio 1906 al 1908
Almanacco Umoristico Perugino, dal 1860 al 1863
Almanacco Umbro, dal 1864 al 1865
L’Elettore,[6] agosto-ottobre 1875
Il Birichino, gennaio – novembre 1876
L’Agricoltore Umbro, dal 1877 al 1882[7]
La Campana degli Studenti, dal 20/12/1888 al ?
La Forca, dall’8 maggio 1889 a ?
L’Umbria (gazzetta degli operai), dal 1891 al 1892
Bollettino della Società Umbra di Storia Patria,[8] dal 1895 a ?
Giornale Illustrato dell’Esposizione Umbra, dal 1° gennaio 1899 a ?
Almanacco Poetico Perugino, dal 1905 a ?
Archivio Storico del Risorgimento Umbro, dal 1905 al 1912
Il Risorgimento, dal 26 maggio 1906 a ?
Lo Scorzone (satirico illustrato), dal 1908 al 1912 - Umoristico
Rassegna di Arte Umbra, dal 1909 al 1912
Il Grifo Rosso (socialisti riformisti), dal 1914 al 1922 - Socialista
[1] Nel 1909 era succeduto a La Provincia.
[2] Ne uscirono solo 39 numeri.
[3] Con molta probabilità questa testata cessò presto le pubblicazioni. Non esistono copie da consultare. La Gazzetta di Perugia nel salutare la sua apparizione affermava che essa si proponeva di pubblicare rubriche ed articoli “scritti per il popolo nell’interesse della causa nazionale.”
[4] Foglio a carattere elettorale contrario ai candidati liberali e favorevole ai candidati di opposizione Ariodante Fabretti e Leopoldo Tiberi.
[5] All’inizio del 1892 si fuse con Il Paese.
[6] Foglio stampato in occasione delle elezioni, contrario ai candidati liberali e favorevole ai candidati di opposizione Ariodante Fabretti e Leopoldo Tiberi.
[7] Dal 1883 diventerà L’Umbria Agricola.
[8] Dal 1897 diventerà Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria.
Roberto Sciurpa
(Pubblicato su Corriere dell'Umbria del 10 ottobre 2006)
Sui motivi per cui il 1860 segna l’inizio di una vera esplosione giornalistica non c’è bisogno di tanti commenti. Durante il governo pontificio era impensabile una fioritura della libera stampa perché la censura vigilava con particolare attenzione un settore che, oltre ad essere il più controllato, si trascinava dietro una bella dose di disprezzo da parte delle Autorità del tempo. Quando i soldati di Fanti aprirono le segrete della Rocca Paolina ne uscirono tre giornalisti: Lorenzo Leonij, Giuseppe Cocchi e Alessandro Natali, tutti di Todi, che avevano avuto la cattiva idea di pubblicare un foglio clandestino (solo tre numeri), Il mio Paese, in cui il Vescovo tuderte venne chiamato “Papetto di Provincia” “per avere egli ex cattedra dato dell’empio a chiunque leggesse giornali, fossero pure i pochi e selezionatissimi ammessi nello Stato Pontificio”.
La Gazzetta di Perugia, il quotidiano che usciva a mezzogiorno, fu il primo giornale a vedere la luce il 16 settembre 1860, a sole 36 ore dalla resa di Schmidt. Essa ripeteva una testata del 1814 che rimase in vita 15 mesi per trasformarsi, durante la Restaurazione, ne L’Osservatore del Trasimeno che per quarant’anni osannò lo splendore dello Stato Pontificio.
In quel periodo i giornali di provincia non riportavano la cronaca locale, ma avvenimenti lontani presi in prestito da testate nazionali e rielaborati alla meglio. Il giornale perugino non si sottrasse a questa regola, anche se dette ben presto segni di inversione di tendenza, e i lettori strabiliarono quando apparve il primo fatto di cronaca avvenuto addirittura il giorno avanti.
Ben presto la Gazzetta di Perugia si diffuse a tal punto da scavalcare La Gazzetta Universale di Foligno, il settimanale più letto dell’Umbria già durante il dominio papale. Era un grande successo e bisognava mettere in risalto l’importante evento del “sorpasso”. Si provvide aggiungendo il sottotitolo “Gazzetta Ufficiale per le province umbre” (19 novembre 1860) a testimonianza del suo carattere interprovinciale e non più solo perugino. Il 1° gennaio 1861 divenne Gazzetta dell’Umbria e tale rimase fino al 1° aprile 1870, quando Il Corriere dell’Umbria ne prese il posto.
“Il Corriere” all’inizio ebbe una vicenda tormentata. Esso derivava dalla trasformazione de Il Risorgimento Italiano, un trisettimanale sorto nel luglio 1864, di tendenze liberali moderate che dopo 39 numeri, nel mese di ottobre, divenne Il Corriere dell’Umbria con periodicità quotidiana, affiancando La Gazzetta già esistente. A Perugia, perciò, uscivano due giornali, cosa impensabile quattro anni prima. Ma la situazione non durò a lungo perché dopo 65 numeri “Il Corriere” si ridimensionò in settimanale fino al 1870, quando ritornò ad essere quotidiano e sostituì la Gazzetta. Sette anni dopo la storia ebbe a ripetersi ed Il Corriere dell’Umbria fu assorbito da Il Progresso, settimanale promosso al rango di quotidiano. Quest’ultimo visse fino al 3 giugno 1882, per passare il testimone a L’Unione Liberale che rimarrà sulla breccia fino al 1924.
I 65 numeri del “Corriere” sono rimasti famosi perché in essi si sostenne con decisione e reiterati interventi la campagna di prosciugamento del Trasimeno. Allora il lago abbondava di acqua e nell’inverno del 1864 ebbe la sua piena più straripante superando per diverse settimane di ottanta centimetri la strada nazionale che assicurava i collegamenti con Firenze.
Nel 1864 si rifecero vivi i cattolici con una testata mensile, L’Apologetico, che trattava prevalentemente temi di arte sacra. Sul piano politico il periodico mantenne toni cauti che si fecero più accesi contro i protestanti la cui comunità diventava numerosa e penetrante in città. Durò solo due anni e bisognerà aspettarne altri dieci (1° gennaio 1876) per leggere le colonne del nuovo organo cattolico, Il Paese, settimanale battagliero che si impose fino al 1907 e che si distinse per l’aspra polemica condotta contro il clero “modernista”. Più tardi fu affiancato dal Monitore Umbro e dal Piccolo Monitore e, agli inizi del 1900, da Vita Umbra, tutti settimanali che dimostravano la volontà dei cattolici di dire la loro nella società perugina. In alcuni periodi la polemica tra Il Paese e L’Unione Liberale raggiunse toni risentiti, come nel 1897 quando, nella città del 20 giugno, il primo sosteneva che “non si può essere cristiani se non si è temporalisti” e il secondo rispondeva con una serie di articoli a favore del divorzio.
Le altre testate che popolavano il panorama informativo perugino si dividevano le opinioni diverse da quelle cattoliche e liberali. Tra queste spiccavano: La Provincia, il giornale di Ulisse Rocchi (proprietario e direttore), di orientamento democratico-radicale che fu per anni un valido ed efficace strumento al servizio del sindaco di Perugia; Il Popolo, organo del partito repubblicano; La Democrazia che nel 1909 prese il posto de La Provincia mantenendo gli stessi orientamenti radicali e La Battaglia, il più letto ed agguerrito settimanale socialista.
La famiglia liberale, per la verità, non fu mai molto compatta e i dissapori aumentarono quando al suo interno si fece più duro lo scontro tra conservatori e progressisti. Il segno del dissidio uscì all’esterno con una nuova testata, Il Giornale dell’Umbri" che diventò il portavoce dell’ala liberale più moderata.
Quelli descritti furono gli strumenti più noti dell’informazione politica e sociale del secondo Ottocento, ma accanto ad essi una nutrita serie di altri periodici arricchirono l’editoria giornalistica. Si pubblicarono riviste specialistiche nel campo letterario e artistico, fascicoli di categoria che si occupavano di agricoltura e di diritto, fogli umoristici e satirici, senza contare le iniziative estemporanee che nascevano in periodi elettorali, o per opera di studenti e che non duravano più di una stagione. Mai Perugia aveva registrato nella sua storia una vivacità di opinioni così ricca e diversificata.
Il regime di libertà che si stava affermando offriva alle idee uno spazio e una vetrina destinata ad arricchirsi in futuro.
ELENCO DELLE TESTATE GIORNALISTICHE PERUGINE
dal 1860 ai primi anni del 1920
TESTATA - PERIODICITA’ - PERIODO - ORIENTAMENTO
Gazzetta di Perugia, quotidiano dal 16/09/1860 al 31/12/1860 - Liberale
Gazzetta dell’Umbria, quotidiano dal 01/01/1861 al marzo 1870 - Liberale
Il Corriere dell’Umbria, quotidiano ottobre - dicembre 1864 - Liberale
Il Corriere dell’Umbria, quotidiano dal 01/04/1870 ad aprile 1877 - Liberale
Il Progresso, quotidiano dal 01/06/1877 al 03/06/1882 - Liberale
L’Unione Liberale, quotidiano dal 05/06/1883 al 1925 - Liberale
La Democrazia,[1] quotidiano dal 1909 al 1914 - Radicale
La Provincia dell’Umbria, quotidiano da dicembre 1884 a giugno 1886 - Radicale
Il Giornale dell’Umbria, quotidiano dal 1905 al 1914 - Liberale
Il Risorgimento Italiano, trisettimanale dall’agosto 1864[2] al ? - Liberale
Giornale dell’Esposizione Provinciale Umbra, bisettimanale dal 1879 al ?
Il Giornale dell’Umbria, bisettimanale dal 1914 al ? - Liberale
Il Corriere dell’Umbria, settimanale dicembre 1864 – aprile 1870 - Liberale
Gazzetta Popolare,[3] settimanale dal 20/10/1860 al ?
L’Umbro, settimanale dal 28/02/1862 al ?
La Sveglia, settimanale dal settembre 1865 a giugno 1866 - Democratico
La Nuova Sveglia, settimanale dal 1867 al 1868 - Democratico
La Democrazia, settimanale dal 1873 al 1909 - Radicale
La Provincia dell’Umbria, settimanale dall’11/01/1874 al 31/12/1883 - Radicale
La Provincia dell’Umbria, settimanale da 01/07/1886 al 24/12/1908 - Radicale
Il Paese, settimanale dal gennaio 1876 al 1907 - Cattolico
Il Progresso, settimanale dal 15/06/1876 al 01/05/1877 - Liberale
L’Operaio,[4] settimanale da ottobre 1876 al 1877
L’Umbria Agricola, settimanale dal 1883 al 1939 - Econ. rurale
La Provincia della Domenica, settimanale da luglio 1885 a ottobre 1885 - Rradicale
Il Monitore Umbro,[5] settimanale dal 1886 al 1892 - Cattolico
Il Piccolo Monitore, settimanale da luglio 1887 al 1991 - Cattolico
Il Grifo, settimanale da gennaio 1891 al 1895
La Regione, settimanale dal 14/02/1897 al 1901
Il Socialista, settimanale dal 1899 al 1905 - Socialista
Alta Umbria, settimanale dal 1899 al 1905 - Socialista
La Lunga!, (in vernacolo) sttimanale dal 08/07/1900 al 1901
Il Foro Umbro, (rivista giudiziaria) settimanale 1901 – 1938
Il Popolo, settimanale dal 20/04/1901 al 1922 - Repubblicano
Il Nuovo Secolo, settimanale da dicembre 1901 al 1902
L’Umbria (giornale agricoltura), settimanale dal 1906 al 1909
La Battaglia, settimanale dal 1908 al 1921 - Socialista
Vita Umbra, settimanale dal 1908 al 1909 - Cattolico
L’Eco dell’Umbria, settimanale dal 1905 al 1906 - Indipendente
Il Vegliatore (rivista agricola), quindicinale giugno 1865 a ?
Il Vecchio Grifo, quindicinale gennaio – dicembre 1891
L’Umbria (arte e storia), quindicinale dal 15/2/1893 a ?
L’Eco dell’Appennino Umbro, quindicinale dal 1/6/1897 al 1898
L’Umbria (rivista d’Arte), quindicinale dal 1898 al 1904
Fiori Campestri, quindicinale dal 1° gennaio 1899 a ?
Minimus, quindicinale dal 2/9/1910 a ?
La Caramella (umoristico), quindicinale dal 1912 al 1914
L’Apologetico, mensile da gennaio 1864 a giugno 1866 - Cattolico
La Favilla (rivista letteraria), mensile 1869 – 1910
Giornale di Erudizione Artistica, mensile dal 1872 al 1877
I Segreti di Don Gavella, mensile dal 1904 al 1905 - Umoristico
Rivista Umbra (rassegna culturale), mensile dal 1910 al ?
Augusta Perusia, bimestrale da gennaio 1906 al 1908
Almanacco Umoristico Perugino, dal 1860 al 1863
Almanacco Umbro, dal 1864 al 1865
L’Elettore,[6] agosto-ottobre 1875
Il Birichino, gennaio – novembre 1876
L’Agricoltore Umbro, dal 1877 al 1882[7]
La Campana degli Studenti, dal 20/12/1888 al ?
La Forca, dall’8 maggio 1889 a ?
L’Umbria (gazzetta degli operai), dal 1891 al 1892
Bollettino della Società Umbra di Storia Patria,[8] dal 1895 a ?
Giornale Illustrato dell’Esposizione Umbra, dal 1° gennaio 1899 a ?
Almanacco Poetico Perugino, dal 1905 a ?
Archivio Storico del Risorgimento Umbro, dal 1905 al 1912
Il Risorgimento, dal 26 maggio 1906 a ?
Lo Scorzone (satirico illustrato), dal 1908 al 1912 - Umoristico
Rassegna di Arte Umbra, dal 1909 al 1912
Il Grifo Rosso (socialisti riformisti), dal 1914 al 1922 - Socialista
[1] Nel 1909 era succeduto a La Provincia.
[2] Ne uscirono solo 39 numeri.
[3] Con molta probabilità questa testata cessò presto le pubblicazioni. Non esistono copie da consultare. La Gazzetta di Perugia nel salutare la sua apparizione affermava che essa si proponeva di pubblicare rubriche ed articoli “scritti per il popolo nell’interesse della causa nazionale.”
[4] Foglio a carattere elettorale contrario ai candidati liberali e favorevole ai candidati di opposizione Ariodante Fabretti e Leopoldo Tiberi.
[5] All’inizio del 1892 si fuse con Il Paese.
[6] Foglio stampato in occasione delle elezioni, contrario ai candidati liberali e favorevole ai candidati di opposizione Ariodante Fabretti e Leopoldo Tiberi.
[7] Dal 1883 diventerà L’Umbria Agricola.
[8] Dal 1897 diventerà Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria.
Roberto Sciurpa